Aria di vacanze: case che si chiudono, altre che si aprono. Arrivi e partenze intrecciate ad un senso di urgenza: abbiamo fretta di andare in vacanza, di prenderci una pausa. Come se fossimo autorizzati a farlo solo quando siamo in vacanza. Una pausa dal lavoro, perchè quando lavoriamo, invece, le pause non sono concesse. Sono una specie di peccato da irresponsabili improduttivi. Così costruiamo il ritmo dell’anno nell’alternanza tra lavoro e vacanza, sapendo bene che la pressione continuativa non offre nessuna garanzia di vera produttività.
Rimane estranea l’idea che una pausa sia possibile durante l’anno, durante il lavoro, durante la giornata. Qual è il peccato originale che si nasconde nella pausa? Da quale paradiso temiamo di venire scacciati se ci prendiamo una pausa? Forse il paradiso da cui temiamo di venir cacciati quando siamo in pausa è quello dell’appartenenza. Temiamo di venir esclusi o di sentirci esclusi e così, per non correre questo rischio, chiudiamo fuori l’unica persona che sappiamo che sarà sempre pronta ad aspettarci: noi stessi
La scusa è il tempo ma la pausa non ha niente a che vedere con il tempo: la pausa è legata alla consapevolezza. Interrompe il flusso dell’inconsapevolezza e costruisce frammenti di presenza. Frammenti di esistenza. Così quest’anno, nella valigia del ritorno, non voglio mettere souvenir ma solo una grande scorta di memoria: ricordarmi che pausa è in ogni momento in cui sono presente a ciò che accade. In ogni momento in cui interrompo il flusso del tempo ed entro nel silenzio. Ogni momento in cui spengo la radio interna Non stop Thinking, come la chiama Thich Nhat Hanh.
Credo che, se c’è qualcosa che è cambiato, è l’accelerazione con cui viviamo. Uno sguardo diverso sul silenzio può essere concepirlo come una pausa all’interno del tempo. Come un cuneo che si interpone, come la possibilità di rallentare la morsa della concitazione, per avere maggiori pause. Nicoletta Polla Mattiot
Pratica di mindfulness: I suoni del silenzio oppure alle 7.30 la meditazione su Fb o sulla pagina meditazioni video
© Nicoletta Cinotti 2018 La cura del silenzio