Non possiamo pensare che la nostra vita scorra sempre senza grandi scosse. Forse non lo vorremmo nemmeno. Dopo un po’ lo troveremmo noioso. L’idea di una vita congelata, nella quale i cambiamenti e le variazioni non esistano ci farebbe orrore. Forse per molti sarebbe preferibile una vita in prima linea, tutta impeto e assalto.
Indipendentemente dalla vita che preferiremmo possiamo però pensare che di fronte all’inaspettato, di fronte alla difficoltà, sia possibile avere una reazione diversa. Anziché amplificare quel momento, possiamo provare a portarlo dentro di noi. Non è poi così difficile soprattutto se pensiamo a quanto dolore e difficoltà comportano le nostre reazioni troppo esterne, troppo agite, troppo impulsive.
Se guardiamo da questa prospettiva, avere una reazione riflessiva, portare dentro l’attenzione, anziché fuori l’azione, è una specie di assicurazione per la vita: non aumenteremo l’impatto delle onde con il vento delle nostre azioni.
Accoglieremo l’onda, fino a che smetterà di frangersi sulla riva. Ricordandoci che quell’onda non ci appartiene. Appartiene al mare.
Puoi essere tentato dall’idea di evitare la confusione della vita quotidiana a favore della tranquillità della quiete e della pace. Naturalmente questo sarebbe una forma di attaccamento alla quiete e come ogni altro forte attaccamento, condurrebbe alla delusione. Arresterebbe lo sviluppo e provocherebbe un corto circuito nella coltivazione della saggezza. Jon Kabat Zinn
Pratica di Mindfulness: La meditazione della montagna
© Centro Studi Mindfulness e Bioenergetica Genova
Nicoletta Cinotti 2015
Foto di ©Rina Bertocchi