Ci sono dei momenti in cui può sembrare che la nostra vita scorra come su un binario. I binari dei treni non ammettono tante variazioni. Una stazione dopo l’altra, una linea retta, poche curve, tutto già scritto. I treni non cambiano strada: fanno sempre la stessa strada, avanti e indietro.
Ci sono persone che sentono che la propria vita è così, su un binario. Che prima la laurea, poi il lavoro, poi il matrimonio, poi i figli. Poi niente. Perché quel binario che procede tappa dopo tappa è troppo poco. Troppo poco per essere chiamato vita.
Non sanno bene quando e perché sono saliti su quel treno ma sanno che da quel treno vogliono scendere. E spesso scendere apre un conflitto di lealtà. Perché nel frattempo sul loro stesso vagone sono nate persone, relazioni, amicizie, amori e tutti quei passeggeri vorrebbero pensare che il viaggio sia sicuro, pronto ad arrivare senza scossoni a destinazione. E invece loro vogliono darlo quello scossone e passano così del tempo nel conflitto di lealtà tra essere se stessi – diversi da quelli che erano quando sono saliti sul treno – o continuare con la solita vita.
In. quei momenti la vita ci disturba. Ci chiama con una urgenza che non sembra più procrastinabile. Quelli sono i momenti della scelta. Quando il solito vestito non basta più. Sono i momenti in cui l’amico pilota automatico non riesce a riportarci all’ordine. Non ci rassicura e quasi non lo sentiamo. Sono urgenze che chiedono ascolto. Urgenze non procrastinabili. In fondo è la vita che ci chiama. La nostra vita.
Oggi compio quarantacinque anni. Chi ci crederebbe ora se dicessi che una volta ne avevo trentacinque? E che avevo il cuore freddo e vuoto, a trentacinque anni! Sarebbero passati altri cinque anni prima che ricominciasse a scorrervi del sangue. Raymond Carver
Pratica di mindfulness: Intimi con il respiro
© Nicoletta Cinotti 2020 Il protocollo MBSR