Ieri ho concluso la mia giornata parlando con una persona molto giovane che è appena uscita da una malattia potenzialmente molto grave. Parlando di questa linea di demarcazione che ha attraversato ha riconosciuto che uno dei vantaggi – imprevedibili – di tutto quello che è successo è che si sente vigile, presente, sveglio come non era mai stato prima.
Questa non è una considerazione insolita. Spesso, dopo un evento molto forte ci sentiamo insolitamente presenti, capaci di apprezzare la bellezza della vita, capaci di essere vigili in un modo che prima non conoscevamo. C’è chi dice che questo sarebbe il nostro stato naturale se non scegliessimo di vivere troppo difesi. Vivere da svegli non dovrebbe essere uno stato momentaneo – dopo un evento particolarmente stressante – ma lo stato che incontriamo ordinariamente e che ci permette di gustare la nostra vita.
Stranamente è un frutto che arriva dopo aver attraversato due condizioni che evitiamo accuratamente: la paura e il dolore. Entrambi ci rendono vigili e presenti perché richiedono tutte le nostre energie. Nessuno dice che dovremmo andare a cercarci dolore e paura ma come sarebbe la nostra vita se, invece che evitarli accuratamente, affrontassimo quei dolori e quelle paure che sono presenti e che aspettano il nostro sguardo attento e affettuoso? Come sarebbe se, invece che stordirci davanti ai device elettronici, ci svegliassimo davanti a quello che aspetta cura e attenzione?
Qualche tempo fa ho chiesto ad un gruppo di persone di raccontarmi com’era per loro l’esperienza del coraggio e ho capito che tutti noi incontriamo il coraggio nel momento in cui non possiamo più scappare o scegliamo di non scappare più. Così queste sono le citazioni di oggi: le parole di coraggio.
Circa 3 anni fa quando, per cercare di superare un brutto momento, ho cominciato a guardarmi dentro, all’inizio è stato un vortice. Tutto quello che vedevo e sentivo mi faceva paura. Nonostante questo tornavo ogni giorno a sedermi e ascoltarmi. Era una forma nuova di coraggio, ma ho capito di esserlo solo a distanza di qualche mese. Adesso credo che il coraggio sia essere ciò che si è senza scappare, accettare anche quello che non ci piace di noi e degli altri e vivere ogni momento senza fuggire. A volte sono coraggiosa, a volte meno. EPLa prima cosa che mi viene da dire è che ho iniziato ad essere coraggiosa quando ho incominciato a fare le cose che non so fare o che mi sembra di non saper fare. Invece di fare quello che ho sempre fatto, ovvero rimandare, aspettare, girarci intorno, quando c’è qualcosa che mi si presenta e che mi fa paura e che mi dico che non sarò mai abbastanza brava per farlo, adesso lo faccio. E che sollievo. EV
PASSA TUTTO, posso testimoniare per l’ennesima volta che è vero. Quindi concentratevi su quello, anche quando sembra non passare mai e poi mai.Oggi sono trascorse due settimane dall’intervento e mi sento rinata. D’altronde Neruda lo dice: nascere non basta, è per rinascere che siamo nati. SS
Sono coraggiosa tutti i giorni in cui vado a lavorare alzandomi presto e con fatica, ma felice di continuare a insegnare, di stare in mezzo ai miei studenti che mi danno vita. Sono coraggiosa e non sono la sola, ci sono tante altre persone coraggio che portano avanti la loro lotta silenziosa ogni giorno, e questo mi fa sentire meno sola – e più forte. VC
Pratica di mindfulness: La consapevolezza del respiro. È sufficiente per trovare e nutrire il nostro coraggio
© Nicoletta Cinotti Vulnerabili guerrieri