Voi non sapete cos’è l’amore, diceva Raymond Carver. Io direi che l’amore è sempre un ritorno di fiamma. Non a caso il titolo inglese di questa raccolta si chiama Fires, tanto l’amore è collegato al fuoco. Non solo perché è passione, ardore (parola che adoro), sfavillante mutevolezza di emozioni ma anche perché, proprio come gli incendi, a volte ci sono i ritorni di fiamma.

A dire il vero, faccio parte, honoris causa, della categoria degli incendiari. Una volta avevo messo le candeline vere ad un gigantesco albero di Natale e, nell’accenderle, ho fatto partire un incendio: in casa lo chiamano ancora il rogo dell’epifania. Avevo otto anni e da allora la nomea di incendiaria non me la sono più tolta. Un’altra volta ho incendiato un forno con una base di torta dove c’era troppo burro (il burro, sappiatelo, ad alte temperature è incendiabile) e così via. Piccoli incidenti domestici e parecchie scottature.

Però la storia del ritorno di fiamma è una storia da vigile del fuoco. Quando scoppia un incendio bisogna fare molta attenzione, nell’intervenire, a non provocare ritorni di fiamma. Se, per esempio, senti che la porta di una stanza chiusa è calda, aprirla per intervenire potrebbe dare nuovo ossigeno alle fiamme e, anziché ridurre l’incendio, aiutarne la diffusione. Perché l’incendio consuma l’ossigeno e qualsiasi nuova fonte di ossigeno permette la propagazione.

Quando ci innamoriamo un piccolo incendio scoppia dentro di noi. A volte di dimensioni contenute, a volte divampante. Il problema è che il cuore contiene la storia di molti incendi. E di parecchie scottature. Ha un sacco di stanze chiuse a chiave che sono le nostre storie finite ma non sappiamo mai se c’è rimasto un po’ di fuoco sotto la cenere. Innamorarsi apre le porte e può dare vita a un sacco di ritorni di fiamma. Quindi ti innamori e non capisci perché, in un attimo, passi dall’essere autonoma e indipendente all’essere insicura e bisognosa di rassicurazioni. Oppure passi dalla prospettiva di una brillante carriera alla prospettiva della casalinghitudine senza nemmeno accorgertene. Oppure da serena e pacifica single diventi una possessiva tigre domestica. Questo succede perchè quando si accende il fuoco dell’amore le vecchie braci che covano sotto la cenere si riattivano alimentate dal nuovo ossigeno. È per questo che alcuni considerano l’amore una delle cose più pericolose del mondo: perché, per quanto uno sia bravo a controllare il fuoco, l’incendio non si può dominare. Si può solo tentare di spegnerlo.

Allora quando sentiamo un senso di pericolo in una relazione dovremmo considerare un’ipotesi: forse ci stiamo avvicinando ad una parte del nostro cuore in cui brucia ancora qualcosa. Un bisogno d’amore che non ha incontrato risposta. Un desiderio che è stato frustrato, una convinzione errata che è nata da una ripetuta frustrazione. Tutta roba che scotta. temiamo che, quell’amore, risvegli gli incendi sopiti ma non spenti della nostra vita. Come pretendere di innamorarsi tenendo chiuse le porte del cuore, quelle che contengono la nostra storia?

“Io non so più a cosa credere”, dissi. “Vorrei tanto poter credere a te”.”E allora credimi” , esclamò. “Fidati di me – è l’unica cosa che ti chiedo. Ti sto dicendo la verità. Non ti mentirei mai per una cosa come questa. Dai, tesoro, dì che non è vero. Dì che non ci credi!”. Io la amo. Avrei voluto tanto prenderla tra le braccia, stringerla forte, dirle che credevo a lei. Ma ormai la menzogna, se di menzogna si trattava, si era messa tra noi. Raymond Carver

Spesso la menzogna è un ritorno di fiamma. Non è la menzogna di adesso ma quella del passato che ci brucia. Il presente ha solo avuto il torto di fare da interruttore. Ognuno di noi ha ritorni di fiamma legati a cose diverse: tutte bruciano.

Caro Ray (Raymond Carver) noi lo sappiamo bene cos’è l’amore, è per questo che ci fa paura!

Pratica di mindfulness: Self compassion breathing

© Nicoletta Cinotti 2019 Scrivere la mente nel territorio dell’amore

 

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