Alla fine la pratica ci fa una promessa, o forse dovremmo dire che apre una prospettiva promettente: darci spiragli di gioia e felicità.

Ma come facciamo a stare in questa impresa eroica? Rispondo con le parole di Thich Nhat Hanh. Lo facciamo attraverso tre passi: il primo passo è la consapevolezza, perché nel momento in cui siamo consapevoli del panorama interno e sappiamo riconoscere gli elementi che compongono la nostra consapevolezza – sensazioni fisiche, sensazioni emotive e pensieri – attiviamo un processo naturale di cura e autoregolazione. Ci mettiamo in una situazione di guarigione: sentire è guarire, dicono come un mantra gli americani.

Il secondo passo è coltivare le emozioni positive e il nostro rilevatore di piacevolezza. Un rilevatore che non si attiva automaticamente: è necessario spostare intenzionalmente l’attenzione verso la piacevolezza perché rischia di avere un volume più basso della spiacevolezza e di rimanere soffocata. Possiamo farlo invitandoci alla gratitudine, coltivando la gentilezza amorevole, coltivando la compassione e la self-compassion.

Il terzo passo è quello di andare a curare le nostre vecchie ferite che sono rimaste cristallizzate e danno forma al nostro presente. Non è un lavoro sul passato: è riconoscere quando il passato diventa un filtro sul presente. E allora Thich Nhat Hanh ci invita a guardare nella nostra coscienza deposito e a riconoscere in che modo filtra la nostra percezione del mondo. Questo terzo passo è quello che ci spaventa perché abbiamo paura del dolore ma anche e soprattutto perché siamo già abituati a rimuginare fin troppo. E qui cadiamo in un tranello: rimuginiamo proprio perché non abbiamo curato, con tocco leggero, il nostro dolore. Non abbiamo bisogno di immergersi nel dolore fino a soffocare per curarlo. Abbiamo bisogno di riconoscerlo e curarlo con la stessa leggerezza della farfalla che si alimenta del nettare del fiore. Vorresti essere farfalla con la tua vita?

Il senso di meraviglia e di gioia è presente in ogni istante, in ogni respiro, in ogni passo, e in ogni gesto. da Mindfulness in cinque minuti. Pratiche informali di ordinaria felicità

Pratica di mindfulness: Una pratica di gratitudine

© Nicoletta Cinotti 2022 Il Programma di Mindful Self-compassion

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